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Tappa 2 : Repubblica Ceca – Polonia

Czech Rep. – Polonia

Tra Brno e Cracovia h 11:29 km 162342

Ci svegliamo (beh, almeno in parte) verso le otto. Dopo una doccia rinfrescante e una colazione veloce, risistemiamo i bagagli e siamo di nuovo in strada, diretti verso la tanto agognata Cracovia (croce e delizia di Gabriele). Durante il tragitto, scopriamo che l’autostrada è chiusa per gran parte del percorso, quindi ci tocca attraversare le pittoresche strade polacche, con i loro villaggi che sembrano usciti da una cartolina.

A metà strada, decidiamo di fermarci per pranzo. Giulio si trasforma in chef e ci prepara una pasta all’amatriciana da manuale. Nel frattempo, Andrea è improvvisamente assalito (o almeno così sostiene) da una specie rarissima e pericolosissima di ragno nero polacco. Preso dal panico, lancia il suo iPhone come se fosse una granata, mancando il ragno ma apparentemente spaventandolo a tal punto da farlo fuggire, non prima però di aver spezzato la sua durissima ragnatela in kevlar. Nonostante l’apparente vittoria, rimane il dubbio (e una sgradevole sensazione) che il ragno non sia davvero scappato, ma che si sia nascosto nel fuoristrada, in attesa di tramare una vendetta degna di un film horror.

Dopo pranzo e un caffè, ci rimettiamo in viaggio. Andrea è alla guida da stamattina e sembra deciso a continuare senza sosta. Tuttavia, a causa del ritardo accumulato, decidiamo di cambiare destinazione: niente Cracovia, si punta direttamente a Varsavia.

Il paesaggio che ci scorre accanto non è dei più emozionanti: pianure infinite ricoperte di campi, interrotte solo dai villaggi, con le loro case e palazzi. Ogni tanto, un bosco fa capolino per qualche chilometro, giusto per non farci addormentare troppo.

Ci fermiamo in un “autogrill” per sgranchirci le gambe e scopriamo, con sorpresa, che uscire di lì è una vera e propria impresa: una stradina sterrata con un solco profondo, dove le nostre gomme da 37″ fanno il loro dovere. Ancora ci chiediamo come facciano le auto normali a superare quell’ostacolo.

Verso le 11 di sera, finalmente attraversiamo Varsavia. Il centro città ci accoglie con enormi grattacieli, sembra quasi di essere negli USA, con qualche edificio storico che cerca disperatamente di farsi notare. Al semaforo, siamo costretti a spegnere il motore in attesa del passaggio di migliaia di pattinatori in rollerblade, impegnati in una manifestazione. Alla nostra destra, notiamo la fermata del tram, con i vagoni fermi proprio accanto a noi. Ed è qui che accade il dramma…

Andrea, sempre alla guida, nota una bella ragazza polacca sul tram accanto. Gli sguardi si incrociano, il battito del cuore accelera, e sui loro volti compare un sorriso malizioso e imbarazzato allo stesso tempo. Nessuno dei due distoglie lo sguardo. Andrea ingrana la prima e comincia ad avviarsi, mentre il tram riprende la sua corsa. Per qualche metro, ci muoviamo alla stessa velocità, come in una scena romantica da film.

I secondi passano lenti, e sul viso di Andrea il sorriso si fa sempre più ammiccante, quasi invitante… Ma improvvisamente, i suoi lineamenti cambiano: distratto dal suo compito di pilota, finisce per salire sul marciapiede, sfiorando una ringhiera. Con una sterzata improvvisa, il fuoristrada si imbarca, e noi passeggeri veniamo sbatacchiati in ogni direzione. Colto da un imperativo bisogno di fuga, Andrea sfrutta tutta la potenza del cinque cilindri, facendo impennare la macchina e lasciando dietro di sé una scia di fumo nero, nel disperato tentativo di seminare il tram.

Missione: approccio. Risultato: misero fallimento.

Nota: cominciamo la lista delle cose che ci siamo dimenticati. Grave mancanza: non abbiamo le istruzioni aggiornate per l’utilizzo di Gabriele.


3.8.12 h 8:37 tra Varsavia e Augustów km 163063

Sveglia alle sei. Stamattina facciamo una colazione degna di campioni, come i giocatori della nazionale… e ora siamo di nuovo in macchina, pronti ad affrontare una tappa importante: oggi attraverseremo il confine con la Russia. Durante il tragitto, notiamo che tutti gli autisti polacchi salutano Gabriele, che è alla guida. Dopo svariati chilometri, però, Gabriele si rende conto che non erano saluti amichevoli: gli stavano segnalando che doveva accendere i fari.